Banca popolare di Sondrio ha chiuso l’acquisizione di FarBanca. Lo aveva anticipato tempo fa l’a.d. Mario Pedranzini: non ci tiriamo indietro sulle aggregazioni e guardiamo a piccole realtà e specifiche nicchie di mercato. Così, a esito della procedura competitiva avviata dai commissari liquidatori, è stato sottoscritto con Bpvi in liquidazione coatta amministrativa un contratto di compravendita azionaria che prevede l’acquisto, da parte dell’istituto valtellinese, del 70,77% del capitale della banca dei farmacisti.Al 30 giugno scorso Farbanca aveva circa 555 milioni di euro di impieghi e un patrimonio netto di 60,7 milioni, dopo avere conseguito in sei mesi un utile netto di 3,1 mln. Il controvalore dell’operazione ammonta a 30 milioni, con eventuali aggiustamenti. L’operazione, dal punto di vista strategico, costituisce un’opportunità per sviluppare una piattaforma integrata, dedicata a particolari segmenti di clientela, in grado di offrire servizi di incasso e pagamento e prestiti, nonché prodotti di risparmio gestito e assicurativi. Sono attesi impatti contenuti sul profilo di capitale della Sondrio: sulla base della situazione a fine 2018 la riduzione del Cet 1 è stimata sotto i 20 punti base.
L’acquisizione segue quella di PrestiNuova e del 39,99% di Arca Holding insieme a Bper, che ha portato la partecipazione di Bps complessivamente al 36,83%. Nicchie di mercato, appunto. Pedranzini ha recentemente precisato Sondrio «lavora sul piano industriale», anche se per il momento sta prolungando il vecchio. «Dobbiamo mirare a essere una banca efficiente che dà risposte veloci e puntuali alla clientela e che si caratterizza per l’efficienza, dove sa fare meglio. L’orientamento è verso piccole realtà, verso cluster e segmenti di mercato particolari, nel caso di FarBanca quello dei farmacisti, per dare il nostro valore aggiunto».