Padoan però resta fiducioso e mentre gli esperti del Tesoro sono in trattativa continua a Bruxelles, gli uffici legali del ministero di via XX Settembre stanno definendo gli ultimi dettagli delle misure di riforma delle procedure concorsuali, così da ridurre i tempi per il recupero dei crediti mediante l’escussione delle garanzie.
Nell’audizione in Parlamento Padoan si è poi soffermato, più in generale, sulla situazione del sistema bancario da cui si attende un importante sostegno alla ripresa e alla crescita. Raccogliendo le istanze delle stesse aziende di credito, il ministro si è detto convinto che in Europa, dove dal novembre scorso è entrata in funzione la vigilanza unica in seno alla Bce, pilastro fondamentale dell’Unione bancaria, il «livellamento del campo di gioco», cioè delle regole, «deve essere ancora completato».
Quanto anche ai requisiti sempre più stringenti sul capitale, Padoan ha riconosciuto che sì anche le banche italiane, come le altre europee «devono avere livelli di capitale adeguati e di buona qualità» ma «si tratta di un processo graduale, modulato sulla base della situazione economica nazionale». È un «equilibrio delicato che va ricercato per superare l’attuale fase di transizione». Già perché secondo Padoan il sistema bancario, colpito duramente dagli effetti della recessione e non sostenuto come altrove dai fondi pubblici, «è ancora in una fase di aggiustamento», di «transizione», appunto. È un processo che il governo, assicura il ministro, vuole facilitare come dimostra la riforma delle Popolari, ma anche il protocollo siglato cone le Fondazioni di origine bancaria — che «potrebbero giocare un ruolo nell’autoriforma delle banche di credito cooperativo» — e sostenere in ogni sede di dibattito istituzionale europeo.