Ridurre il divario tra autonomi e dipendenti, puntando sulle competenze per un mercato del lavoro più semplice, capace di svilupparsi intorno a nuovi modelli organizzativi. Basandosi anche sull’esperienza vissuta durante questo anno di pandemia. Sono le principali proposte emerse durante il Festival del lavoro, la manifestazione annuale organizzata dal consiglio nazionale dei consulenti del lavoro (Cno) giunta alla dodicesima edizione, messe insieme proprio dal Cno nel documento “Competenze e strategie per la ripartenza. Il lavoro al centro della ripresa”.
Nel documento, il consiglio nazionale propone di intervenire sul contratto a termine, il lavoro stagionale, lo smart working, “tanto sul piano pratico che su quello normativo, cercando il giusto compromesso tra regolamentazione e flessibilità”, come si legge nella nota diffusa ieri dal Cno per lanciare il report. Tra le altre proposte, quella di ripensare i servizi al lavoro e i sistemi di accreditamento dei soggetti erogatori delle misure di politica attiva, in parallelo a una revisione interna del sistema esistente che renda sostenibile economicamente le iniziative per gli operatori, superi la logica degli avvisi e dei bandi e realizzi uno sportello per i lavoratori autonomi. Un capitolo del documento è dedicato alla Pa, con la proposta di inserire i professionisti “tra i destinatari degli incentivi delle linee di intervento della missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” in qualità di veicolo delle azioni dell’amministrazione pubblica verso il sistema produttivo, anche nelle realtà “minori”. Suggerimenti e proposte anche per quanto riguarda la riforma fiscale, con il sostegno alla famiglia e la riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi individuati come “i due obiettivi da perseguire nella proposta di riforma del fisco, a cui si accompagna la questione previdenziale, rispetto alla quale si dovrebbe puntare ad arrivare a una forma unica di prepensionamento, rilanciando la previdenza complementare”.