20.05.2011

Aumento Intesa, sconto del 24%Le nuove azioni a 1,36 euro

  • Il Corriere della Sera

di Federico De Rosa

MILANO— È tutto pronto per l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro di Intesa Sanpaolo. Ieri il consiglio di gestione della banca milanese ha incastrato l’ultimo tassello dell’operazione fissando il prezzo delle azioni. I titoli verranno emessi a 1,369 euro (0,52 di valore nominale più o, 849 di sovrapprezzo), a sconto quindi sul valore di chiusura di ieri che è stato di 2,01 euro. Il rapporto di assegnazione è stato invece fissato in 2 a 7, quindi i soci di Intesa potranno sottoscrivere due nuove azioni ogni sette possedute. La maxi-ricapitalizzazione annunciata a fine aprile da Corrado Passera servirà a rafforzare il patrimonio e dare sostegno al nuovo piano strategico triennale varato all’inizio di aprile. Complessivamente l’aumento vale 4,9 miliardi di euro e arriverà sul mercato lunedì prossimo per concludersi il 10 giugno. In un comunicato Intesa ha spiegato che i titoli emessi per l’aumento comprendono «uno sconto di circa il 24%sul Terp» , ossia sul prezzo teorico del titolo al netto dei diritti, calcolato alla chiusura di Borsa di ieri. Un valore in linea con gli ultimi aumenti di capitale bancari varati in Europa, collocati con uno sconto del 20-30%sul Terp. Nella nota Intesa ha ricordato inoltre che il 24,85%dell’aumento è di fatto già coperto dalle Fondazioni azioniste che nelle scorse settimane hanno deliberato la partecipazione all’operazione. A cui invece non aderirà il Crédit Agricole mentre mercoledì il ceo delle Generali, Giovanni Perissinotto, ha fatto sapere che la compagnia triestina lo sottoscriverà solo in parte. Intesa è la prima a muovere con l’aumento di capitale. Può quindi sfruttare un vantaggio, in attesa dell’arrivo di Ubi, Montepaschi e Bpm che chiederanno al mercato quasi 5 miliardi di euro. Rischi sull’esito dell’operazione comunque non ce ne sono visto che il collocamento è garantito da un consorzio guidato da Banca Imi e BofA Merrill Lynch di cui fanno parte anche Goldman Sachs, Credit Suisse, Deutsche Bank e Morgan Stanley, che sono quindi pronte a rilevare l’eventuale inoptato.