11.05.2012

Atene, spiragli sul Governo

  • Il Sole 24 Ore

Primi segnali positivi per la formazione di un Governo in Grecia mentre il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, lancia un duro avvertimento ad Atene: «Rispettare le regole o uscire dall’euro».
Il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, a cui ieri il presidente della Repubblica ha conferito il mandato, dopo la prima giornata di incontri, ha detto che c’è stato un «primo passo avanti importante». Fotis Kouvelis, il capo di Sinistra Democratica, si è mostrato disponibile a un Governo di unità nazionale pro-Europa. Kouvelis ha 19 deputati che, insieme ai 41 socialisti e ai 108 di Nea Dimokratia, raggiungerebbero la sospirata maggioranza. Insistendo sul mantenimento del Paese nella zona euro, Venizelos e Kouvalis avrebbero parlato anche della necessità di rivedere le prescrizioni del memorandum, il documento sottoscritto dalla Grescia con Ue e Fmi per ottenere il salvataggio.
Kouvelis ha proposto «la formazione di un Governo di cui facciano parte tutti i partiti con un programma concreto diretto a mantenere la Grecia in Europa e nell’Eurozona». «Vista la favorevole congiuntura europea per lo sviluppo e la ripresa – ha detto ancora Kouvelis – questo Governo dovrebbe restare in carica almeno sino alle prossime elezioni europee in programma nel 2014. Come partito e a livello personale non poniamo condizioni di sorta alla formazione di questo Governo».
Venizelos ha adesso altri due giorni per condurre in porto una maggioranza dopo che i capi dei primi due partiti usciti dalle elezioni, il conservatore Nea Dimokratia e la sinistra radicale Syriza, non erano riusciti nei giorni scorsi a trovare un accordo.
«La nostra proposta è di creare un Governo unitario di cooperazione con le forze europeiste» ha detto Venizelos dopo aver ricevuto l’incarico. «Il nostro compito non è semplice, ma neanche impossibile. È evidente che i greci vogliono stabilità e preferiscono evitare nuove elezioni» ha aggiunto l’ex ministro delle Finanze.
I rischi sono evidenti. Lo ha ribadito ieri Barroso: «Se un membro del club non rispetta le regole è meglio che se ne vada dal club» ha detto in un’intervista riferendosi all’euro. «Ho molto rispetto per la democrazia greca e il Parlamento greco, ma devo anche rispettare gli altri 16 Parlamenti nazionali che hanno approvato il programma per la Grecia».
Se alla fine un accordo non si troverà, vista la gravità della situazione, il presidente Karolos Papoulias chiederà in extremis ai partiti di formare una coalizione di emergenza guidata forse da un altro tecnico, Basil Markesinis, 68 anni, nato ad Atene e oggi professore alla University College London. Ma, in caso di ulteriore fallimento, dovrà indire nuove elezioni per giugno.
Dopo aver sostenuto il Governo tecnico che ha traghettato la Grecia verso le elezioni, nel voto del 6 maggio socialisti e conservatori hanno conseguito 41 e 108 seggi, insufficienti per raggiungere la maggioranza di 151 su 300.
Intanto dal primo sondaggio pubblicato dopo il voto, emerge che il 63% degli interpellati è favorevole a un Governo di coalizione mentre il 32% vorrebbe tornare alle urne.
Allo stesso tempo il partito Syriza, contrario al patto per il bailout, diventerebbe il primo partito, scavalcando con il 23,8% Nea Dimokratia al 17,4 per cento.