04.11.2019

Aste troppo difficili: Reviva facilita l’accesso

  • Il Sole 24 Ore

In Italia le aste si diffondono anche tra i non addetti ai lavori: tra gli ultimi dati di settore un indicatore inedito è ad esempio la maggiore presenza degli annunci online. Secondo i dati dell’Osservatorio di Immobiliare.it, nell’ultimo anno l’offerta di case finite all’incanto è aumentata del 20 per cento. Si tratta in media di alloggi da 110 metri quadrati con un costo di partenza di 145mila euro e uno scarto di almeno il 35% più basso rispetto ai valori di mercato.

Tuttavia, secondo l’Osservatorio Astasy, nel primo semestre 2019 i lotti di immobili pubblicati in asta sono stati ben 152.708, con una crescita del 24%, anche se diminuiscono i tempi di smaltimento, con la durata media dei procedimenti in calo a 4 anni. In circolazione ci sono ancora 125 miliardi di Npl con immobili come sottostante, ma su circa 250mila aste l’anno, il 72% finisce deserto. E quando anche le case si riescono a vendere, i debitori incassano in media il 34% del debito, così ci rimettono sia loro, che ancora non riescono a estinguere il prestito, sia le banche creditrici.

La società Reviva, startup nata nel 2017, con lo slogan “vivacizza le aste” si propone un duplice obiettivo: portare più persone nei tribunali e fare in modo che gli immobili vengano acquistati a un valore più congruo. «Su questo settore gravano ancora diversi ostacoli che finiscono per allontanare il pubblico. Dagli annunci dei Tribunali alle perizie, tutto è scritto in un “legalese” poco digeribile. I custodi giudiziari e i delegati non hanno una formazione apposita per favore le vendite, le procedure online funzionano malissimo e si stanno moltiplicando pseudo agenti e consulenti che si presentano come esperti di aste, ma non lo sono. E spesso utilizzano la pratica poco corretta di farsi pagare una provvigione fissa per l’incarico, anche se poi il cliente non acquista nulla», spiega Ivano De Natale, 37enne amministratore delegato della società che opera tramite i portali online Vivacizzazioneaste.com e Immobiliallasta.net.

Da qui l’idea di smuovere il mercato. Reviva offre una consulenza avanzata tramite software proprietari che permette, in primo luogo, di stimare il prezzo reale di mercato dell’immobile in asta, spesso differente in modo sensibile rispetto a quello segnalato in perizia, magari vecchio di diversi anni. E non solo, perché fornisce anche una stima dei costi necessari per una ristrutturazione e per la messa a norma dal punto di vista catastale.

Per chi acquista a scopo di investimento, Reviva segnala il potenziale introito derivante dall’affitto e, nel 2020, è pronta a lanciare un servizio visivo che, partendo dalla planimetria e dalle foto presenti in perizia, compone un rendering di come potrebbe risultare l’abitazione una volta ristrutturara. Tutto concorre ad avvicinare i consumatori a un segmento con ancora tante zone grigie.

«Oltre ad aumentare il numero di interessati, le case sono aggiudicate a prezzi più alti, poiché gli acquirenti cambiano prospettiva. Non seguono solo il tentativo di fare l’affare a prezzo stracciato – continua De Natale – ma hanno la consapevolezza di investire su qualcosa di cui conoscono bene valore e potenzialità». Una particolarità di Reviva è il modello di business. Non si tratta, infatti, né di un’agenzia né di un intermediario. «Il nostro cliente, da cui riceviamo la remunerazione, è il servicer. Ossia quelle società che ricevono l’incarico di gestire gli Npl e devono portarli in asta. Rispetto ai privati, invece, cerchiamo di raggiungerli con campagne marketing e con gli annunci del nostro portale, ma per loro il servizio è gratis. E mettiamo a disposizione i nostri software anche a professionisti, come agenti o consulenti, che hanno un proprio portafoglio di investitori abituali nelle aste», aggiunge De Natale.

Ed ecco i risultati. Finora sono 190 le aste, in tutta Italia, in cui Reviva ha assistito alcuni dei soggetti coinvolti. C’è stato un aumento delle aggiudicazioni del 29%, rispetto alla media del tribunale in questione, con un incremento del 56% del prezzo di aggiudicazione, rispetto al valore iniziale.

Adriano Lovera