Fibra ottica in 7,5 milioni di case e 224 città per un investimento totale di circa 2,5 miliardi di euro. Enel ha scoperto definitivamente le carte della suo piano “Open Fiber” la rete totalmente in fibra che inizierà a posare da maggio sfruttando il programma di sostituzione dei contatori dell’elettricità. Mancano ancora dei tasselli finanziari, come i fondi che affiancheranno Enel rilevando anche una parte del capitale della società Enel Open Fiber guidata dall’ad Tommaso Pompei.
Si partirà dalle aree più “ricche”, chiamate zone A e B, in inevitabile concorrenza con Telecom con cui Starace ha avviato già ieri un primo confronto a distanza. L’ad di Enel si è lasciato sfuggire che l’intenzione dell’ex monopolista telefonico di cablare mille città «è più un annuncio che un piano dettagliato». La risposta di Tim è arrivata immediata: «Le mille città sono effettivamente quelle già cablate in fibra ottica» facendo riferimento a quanto certificato dall’Agcom. Da parte di Starace rimane la convinzione che il nuovo affare tlc potrebbe dare ritorni sugli investimenti anche a due cifre, per un Ebitda di Enel Open Fiber che nell’arco di 3-4 anni dovrebbe raggiungere i 250 milioni di euro. La società si occuperà di posare la fibra, della manutenzione della rete e della vendita di servizi “all’ingrosso” agli operatori Tlc. Come dimostra il caso di Wind e Vodafone, con le quali Enel Open Fiber ha firmato una lettera d’intenti per un accordo che sarà solo di carattere strategico e commerciale. Starace ha ribadito che non ci fosse stata l’opportunità di agganciarsi alla sostituzione dei contatori digitali l’operazione sarebbe costata «oltre 3 miliardi» e il gruppo non si sarebbe imbarcato nell’impresa. Valutazione confermata dal fatto che Enel non cablerà le città in cui non è presente nella distribuzione, come Roma, e non si sovrapporrà nelle altre 9 città in cui Metroweb ha aperto i propri cantieri. Altro elemento da considerare è che nel medio periodo Enel potrebbe scendere sotto il 50% della società Open Fiber. Per le aree C e D, quelle definite invece “a fallimento di mercato”, l’Enel parteciperà alle gare indette da Infratel (società del ministero dello Sviluppo econonomico) sfruttando anche lì i risparmi provenienti dal cambio dei contatori.
Luca Iezzi