17.12.2013

Arriva la mini-Tasi all’1 per mille

  • Il Sole 24 Ore

Dalla mini-Imu alla mini-Tasi. È il passaggio di consegne sulla tassazione immobiliare che potrebbe interessare i proprietari di prima casa. Un emendamento alla legge di stabilità presentato domenica dal relatore Maino Marchi (Pd) e sottoposto all’esame della commissione Bilancio della Camera introduce infatti un tetto dell’1 per mille al futuro tributo sui servizi indivisibili. Che, a partire dal 2014, comporrà insieme alla patrimoniale Imu e alla Tari sui rifiuti la Iuc: la nuova imposta comunale che si annuncia meno «unica» sin dalla sua nascita. È la stessa proposta di modifica infatti a consentire ai Comuni di differenziare sia la riscossione che le scadenze per Tasi e Tari. Ma novità sono in arrivo anche per i fabbricati rurali strumentali che, dall’anno prossimo non pagheranno più l’Imu e verseranno una mini-Tasi dell’1 per mille.
Un simile affresco è sufficiente a illustrare come il prelievo degli immobili sia destinato a diventare anche a Montecitorio, come già avvenuto al Senato, uno dei capitoli più rimaneggiati dell’intera stabilità. A cominciare dalle aliquote applicabili. Fermo restando che dal 2014 non sarà più sottoposta all’Imu, neanche nella versione mini del 2013 che i contribuenti dovranno pagare entro il prossimo 24 gennaio (anziché il 16), l’abitazione principale subirà comunque l’applicazione della Tasi. Nel mantenere intatto il vincolo che la somma dei due tributi non superi comunque la soglia massima oggi prevista per l’imposta municipale (6 per mille sulla prima casa e 10,6 dalla seconda in su) il relatore ha proposto di fermare all’1 per mille l’asticella della Tasi. Sulla prima casa però, perché sulla seconda nel 2014, come prevede attualmente il Ddl, l’imposizione non potrà superare il 2,5 per mille.
La partita sul mattone è rimasta comunque aperta fino a tarda notte. Anche perché all’interno della stessa maggioranza c’è chi come Marco Causi, anche lui del Pd, ha già subemendato la proposta del compagno di partito Marchi di fissare al 2,5 per mille l’aliquota della Tasi sull’abitazione principale. Così da non mettere a repentaglio le prospettive di incasso dei Comuni e costringere il Governo a reperire altrove il gettito promesso ai sindaci.
A beneficiare delle attenzioni del relatore è soprattutto l’agricoltura. Sempre in materia di Imu va segnalata, da un lato, la proposta di ridurre da 110 a 75 il moltiplicatore applicabile al tributo che dovranno versare i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali e, dall’altro, un doppio sconto sui fabbricati rurali strumentali. Che non solo non verseranno più l’imposta municipale ma, per effetto di un altro emendamento, si vedranno applicare un’aliquota Tasi massima dell’1 per mille.
A proposito di Tasi va segnalato poi un altro cambiamento che dovrebbe riguardare le imprese di leasing. In caso di locazione finanziaria di un immobile, lo stesso emendamento targato Marchi prevede che l’imposta sui servizi sia versata per l’intera durata del contratto dal locatario.
Più in generale è l’intera Iuc che sembra destinata a cambiare. E a diventare, come detto, un po’ meno unica. Nello stabilire che il futuro tributo sia versato secondo il numero di rate e le scadenze decise dal Comune, purché siano almeno due a distanza di sei mesi l’una dall’altra e sia possibile effettuare l’intero pagamento il 16 giugno. Consentendo ai sindaci di separare all’atto del pagamento i destini di Tasi e Tari. Contestualmente viene eliminata la previsione esplicita contenuta nel Ddl di stabilità che, in caso di adozione di una tariffa corrispettiva sui rifiuti, Tasi e Tari andassero pagate insieme.
I loro destini sembrano destinati a restare separati anche al momento della riscossione. Grazie alla previsione che, fino al termine dei contratti in essere, la tariffa sui rifiuti venga riscossa da chi oggi accerta e riscuote la Tares mentre quella sui servizi indivisibili da chi oggi si preoccupa di incassare l’Imu.