27.11.2015

Allarme di Bruxelles sul debito italiano

  • Il Corriere della Sera

BRUXELLES La Commissione europea mantiene l’Italia sotto osservazione anche per gli «squilibri macroeconomici eccessivi». Nello specifico rapporto periodico ha richiamato il problema dell’alto debito pubblico. Ma anche la disoccupazione elevata (tra cui quella giovanile e di lungo periodo) in un contesto economico di bassa crescita, la posizione competitiva debole e la perdita di quote di mercato nelle esportazioni convincono Bruxelles a ritenere necessaria una ulteriore verifica per arrivare a un giudizio complessivo nella prossima primavera.
Il commissario Ue per gli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, che aveva già inserito l’Italia tra i Paesi «a rischio di non conformità» con le regole del patto di Stabilità e di crescita, ha legato la necessità della «nuova analisi approfondita in particolare all’alto debito pubblico, al deterioramento della competitività esterna e della produttività», sottolineando il preoccupante indebitamento come «punto debole». Il vicepresidente della Commissione europea, il lettone Valdis Dombrovskis, ha insistito sull’esigenza di «politiche di bilancio responsabili» per i Paesi membri (come Italia, Francia e Belgio) che «devono ridurre» il debito pubblico verso il livello consigliato del 60% del Pil. Quest’anno il governo di Roma va verso un picco del debito intorno al 133% del Pil (nell’eurozona è il secondo più alto dopo la Grecia) e prevede una modesta riduzione nel 2016. Il Belgio dovrebbe arrivare oltre il 107% del Pil nel 2016. Per la Francia si stima il 97,7% del Pil nel 2017.
A complicare la situazione italiana contribuisce la massa dei crediti di difficile recupero, che appesantisce il sistema bancario frenando l’erogazione dei prestiti all’apparato produttivo e non consentendo di utilizzare al meglio le enormi elargizioni di liquidità della Banca centrale europea.
Il calo della quota di investimenti nel rapporto con il Pil accentua la debolezza dell’economia. Rispetto al monitoraggio dell’anno scorso, che aveva già indicato il rischio di squilibri macroeconomici eccessivi, risulta stabile l’estensione della povertà e dell’esclusione sociale, pur registrata in dimensioni comunque preoccupanti.
Anche la Germania resta nel mirino di Bruxelles per«squilibri macroeconomici eccessivi» molto diversi. Scaturiscono dai maxi surplus nelle esportazioni superiori al limite consigliato del 6%. Il governo di Berlino viene esortato a favorire maggiori investimenti per contribuire di più al rilancio della crescita nell’eurozona.
La prossima analisi approfondita della Commissione sull’Italia (e su altri Paesi membri) è fissata per febbraio in modo da poter monitorare anche eventuali «progressi».