La telenovela Alitalia si prepara a ripartire quasi da zero con il serio rischio di aggiornare ( in peggio, ovvio) la contabilità delle perdite per i contribuenti, arrivate ad oggi a quota 7,4 miliardi. Il Parlamento ha ratificato ieri quello che da tempo era chiaro a tutti: l’ex-compagnia di bandiera — che vola grazie a 900 milioni prestati dai contribuenti — rimarrà single ancora per un bel po’. Qualche riluttante compratore — Lufthansa, Easyjet e Wizzair — si è fatto avanti nella procedura di vendita avviata dai Commissari e destinata a chiudersi, in teoria, nel novembre 2017. Il timore di procedere a una cessione condita da molti esuberi ( si parla di 3-4mila tagli chiesti da tutti i possibili acquirenti) ha convinto però la politica a fare melina. E il termine per la cessione è stato spostato ieri al 31 ottobre.
La vittoria di Lega e M5S alle elezioni e un eventuale governo gialloverde potrebbero riscrivere da zero la procedura di vendita. « Alitalia — recita il contratto tra Di Maio e Salvini — non va semplicemente salvata in un’ottica di sopravvivenza economica bensì rilanciata, nell’ambito di un piano strategico dei trasporti, che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo » . Tradotto in soldoni: i due intendono ricavalcare la “sirena” evergreen dell’italianità pilotando lo Stato nel capitale del vettore. Il ribaltone strategico rischia però di aumentare il conto per i contribuenti italiani: il lavoro dei Commissari Luigi Gubitosi, Stefano Paleari e Enrico Laghi non è bastato a sanare i conti. La compagnia ha perso nel primo trimestre 2018 altri 117 milioni ( 1,3 al giorno). L’aumento del petrolio e il superdollaro potrebbero accelerare l’emorragia, mandando in fumo i soldi del prestito senza aver salvato nemmeno questa volta la società finita anche al centro di un’inchiesta per bancarotta della Procura di Civitavecchia in cui sarebbero indagati i tre ex ad Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Cramer Ball.
Gubitosi, fiutato il pericolo di stallo, ha lanciato l’allarme. « Qualunque cosa voglia fare il nuovo governo su Alitalia — ha detto in audizione al Senato — la faccia presto » . Il tempo rema contro: Lufthansa, in caso di impasse, sarebbe pronta a rafforzare l’attività in Italia attaccando la rivale direttamente sul mercato. La nuova Air Italy nata sulle ceneri di Meridiana e controllata al 49% da Qatar Airways (cui i mezzi non mancano) ha lanciato un piano di espansione nel nostro Paese che punta a far crescere il numero di passeggeri da 1,5 a 10 milioni entro il 2022. « Per comprare la società servono 1,9 miliardi », ha detto in Senato il presidente dell’Enac, Vito Riggio. E a mettere mano al portafoglio per salvare per l’ennesima volta l’Alitalia rischiano di essere alla fine, come al solito, gli italiani.
Ettore Livini