La pace con Vivendi in Piazza Affari vale 35 milioni di capitalizzazione. Dopo una fiammata in avvio le azioni di Mediaset hanno ripiegato insieme agli indici, chiudendo comunque in rialzo dell’1,27% a 2,72 euro.
Anche se gli analisti si sono detti soddisfatti dell’accordo raggiunto, tolta la quota della famiglia Berlusconi, ora un’azione di Mediaset su due è in vendita. Fininvest salirà dal 44,2% al 49,2%, ma avendo in pancia anche il 3,5% di azioni proprie il flottante si riduce al 23,6%. Sul mercato arriverà un altro 23,41%, cioé la quota che i francesi si sono impegnati a vendere entro il 2026 (il 19,1% di Simon fiduciaria, e forse anche il 4,61% di Vivendi). Vi sarà dunque un eccesso di offerta di titoli sul mercato che secondo i calcoli di Equita «sarà pari al 24% in cinque anni e a prezzi del 16% superiori a quelli correnti ex-dividendo».
Insieme alla pace, Fininvest ha infatti deciso di chiedere a Mediaset di distribuire un dividendo straordinario di 0,30 euro, pari all’11% della capitalizzazione. I Berlusconi hanno di fatto finanziato l’ascesa fino al 49,2% del capitale (che costerà 159 milioni) pagando a tutti i soci, tra cui loro stessi (156 milioni), 330 milioni di cedola straordinaria.
«Dopo cinque anni di stallo ora Mediaset potrà finalmente iniziare a costruire quella casa paneuropea della tv che progettiamo da tempo e investire in contenuti e tecnologia – ha detto l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi al Tg5 – Mediaset è orgogliosa che sia un gruppo italiano a fare da locomotiva europea per la nascita di Mfe, un progetto ambizioso e innovativo destinato a generare valore e posti di lavoro. Se riusciremo in questa impresa, e siamo certi di farcela, avremo costruito un pezzo di Europa industriale. Una nuova avventura internazionale nel mondo dei media che creerà grandissime opportunità in Italia, in Spagna e in tutti gli altri paesi coinvolti ».
Per raggiungere questo obiettivo Pier Silvio non dovrà solo costruire un progetto industriale credibile, ma dovrà anche imbarcare nuovi investitori sia istituzionali che industriali, che lo accompagnino in questo viaggio.
Nell’attesa ieri a Madrid le azioni di Mediaset España (+2,5% a 5,5 euro) sono salite più di quelle della capogruppo. Il titolo iberico, a differenza della controllante, non ha beneficiato del rally dovuto alla pace con Vivendi né all’extra cedola, ma il mercato scommette che con l’uscita dei francesi potrebbe essere riproposta una fusione, magari con scambio di azioni, tra la futura Mfe con sede in Olanda e la società quotata a Madrid. Due anni fa i Berlusconi avevano proposto un concambio di 2,33 titoli spagnoli per ogni Mfe/Mediaset (ieri il concambio del mercato ex dividendo era di 2,27 volte). Quell’operazione, pensata 2 anni fa, avrebbe generato 100 milioni di sinergie sui costi, non ottenibili con il solo trasferimento della sede legale in Olanda.