19.10.2012

Accordo sull’unione bancaria

  • Il Sole 24 Ore

I paesi dell’Unione europea, riuniti in un vertice di due giorni qui a Bruxelles, hanno confermato ieri sera l’urgenza di terminare al più presto la procedura legislativa indispensabile per dare alla zona euro una vigilanza bancaria centralizzata, in mano alla Banca centrale europea. Si profila tuttavia la possibilità di uno slittamento dell’entrata in vigore di una riforma ambiziosa che comporta una delicatissima cessione di sovranità da parte degli stati membri.
Nelle ultime settimane, la Germania ha fatto una chiara differenza tra l’entrata in vigore e la messa a regime della nuova vigilanza creditizia. Poiché questo passaggio dovrebbe permettere al Meccanismo europeo di stabilità (Esm) di ricapitalizzare direttamente le banche in difficoltà, il governo federale vuole essere certo che la sorveglianza centralizzata funzioni alla perfezione prima di impegnare nuovo denaro pubblico dei contribuenti tedeschi.
Ieri sera una prima intesa, a colloqui ancora in corso, prevedeva un accordo su una proposta legislativa entro il 2012. I governi si sono messi d’accordo sull’obiettivo «di accordarsi su uno schema legislativo entro la fine dell’anno». La bozza delle conclusioni del vertice stabiliva che l’obiettivo era di «completare» l’iter legislativo prima della fine dell’anno. Da un lato, c’è l’intesa politica sulla necessità di una riforma entro la fine di quest’anno; dall’altro emerge la possibilità di uno slittamento dell’entrata a regime della vigilanza bancaria centralizzata.
Secondo le indiscrezioni che circolavanoieri sera a Bruxelles, un possibile compromesso potrebbe essere di posticipare di un anno la messa a regime della riforma, dal 1° gennaio 2013 al 1° gennaio 2014. Da quel momento la sorveglianza creditizia potrebbe applicarsi a tutte le 6mila banche della zona euro. Voci non confermate hanno riferito della richiesta tedesca di evitare se possibile la controversa ricapitalizzazione diretta delle banche spagnole prima delle elezioni federali del settembre 2013.
L’intesa potrebbe deludere chi sperava che l’obiettivo della Commissione – di un’entrata in vigore della riforma a gennaio 2013 dell’intero pacchetto – fosse confermato. Al tempo stesso, non bisogna dimenticare che il comunicato finale del vertice di fine giugno non prevedeva impegni espliciti: «La Commissione – si leggeva – presenterà a breve proposte relative a un meccanismo di vigilanza unico (…) Chiediamo al Consiglio di prenderle in esame in via d’urgenza entro la fine del 2012».
«Questo vertice non deve prendere decisioni – aveva detto il cancelliere Angela Merkel entrando ieri pomeriggio nella sede del Consiglio europeo -. Deve mettere le cose sulla buona strada». La signora Merkel aveva precisato che su questo punto vorrebbe lavorare «molto rapidamente ma anche in profondità». Si trattava ieri di trovare non un accordo sui dettagli, ma un’intesa che avrebbe confermato l’impegno politico e dato ai ministri delle Finanze mandato di negoziare.
La Germania non sarebbe stata sola ieri sera nel difendere un ritmo meno veloce nell’adozione della vigilanza bancaria centralizzata. Altri paesi – cinque o addirittura sette – avrebbero perseguito la stessa strada, in particolare i paesi dell’Unione che non appartengono alla zona euro. Alla ricerca di un modo per difendere i propri interessi sia presso la Bce che all’Autorità bancaria europea (Eba) non hanno interesse in questo momento a velocizzare le cose.
Parlando all’agenzia Dow Jones, il ministro finlandese per gli affari europei Alexander Stubb aveva spiegato ieri pomeriggio: «Nei miei sogni più strampalati spererei che la vigilanza bancaria possa essere creata in tre mesi. Nei miei sogni più realistici vedo un’entrata a regime in 12 mesi». La posizione di Stubb è quella anche del presidente della Bce Mario Draghi che di recente davanti al Parlamento europeo aveva spiegato che l’operazione richiede tempo, fosse solo per armonizzare i principali regolamenti nazionali.