11.04.2014

Acconto Tasi con doppie regole

  • Il Sole 24 Ore

Acconto Tasi a due vie nei tanti Comuni che non riusciranno a fissare le aliquote entro il 23 maggio (i bilanci preventivi vanno chiusi entro il 31 luglio), e a pubblicare entro il 31 maggio le delibere sul portale del federalismo fiscale: in tutti questi casi, le abitazioni principali si vedranno rinviare l’intero pagamento al 16 dicembre. Gli altri immobili, invece, dovranno versare il 16 giugno l’acconto pari al 50% del tributo ad aliquota standard dell’1 per mille, con il rischio di doversi poi far restituire la quota nei Comuni che non metteranno la Tasi su questi immobili (per esempio perché l’Imu è già al 10,6 per mille) o applicheranno solo un’aliquota aggiuntiva fino allo 0,4 per mille. Attenzione, però: per un mancato coordinamento fra le due norme, il termine per la deliberazione sulla prima casa è il 23 maggio, mentre per gli altri immobili si prevede il versamento dell’acconto ad aliquota standard quando il Comune «non abbia deliberato entro il 31 maggio».
Insieme alla proroga al 31 maggio della rottamazione delle cartelle, con ripresa della riscossione coattiva dal 16 giugno, il nuovo calendario, definito in commissione e precisato nel testo definitivo del maxiemendamento (si veda Il Sole 24 Ore del 9 e del 10 dicembre), è una delle novità più importanti imbarcate dalle regole sul Fisco locale 2014 nel salva-Roma ter, che ha ottenuto ieri la fiducia della Camera con 325 voti favorevoli e 176 contrari. Ma la serata, quando il voto finale sembrava scontato, ha fatto registrare una sorpresa. Per la prima volta dal 2007 a Montecitorio è mancato il numero legale in occasione di un voto (non hanno partecipato al voto Cinquestelle e Lega) ed è partita la consueta bagarre di accuse e controaccuse fra maggioranza e opposizione. Una pausa di circa un’ora, poi il decreto ha completato il suo iter alla Camera raccogliendo il sì dell’assemblea. E ora la parola passa al Senato.
Non si spegne, in ogni caso, la tempesta politica sulla Tasi, soprattutto intorno al rischio che per molte abitazioni principali di valore fiscale medio-basso il nuovo tributo si riveli più pesante della vecchia Imu. Sul tema ieri è tornato anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, sostenendo che «a regime la Tasi sarà più equilibrata e più leggera». Questa indicazione potrebbe far presupporre nuovi ritocchi (del resto le regole su aliquota aggiuntiva e obbligo di detrazioni, anche se non equivalenti, valgono solo per il 2014), e in ogni caso sia Forza Italia sia il Movimento 5 Stelle promettono battaglia al Senato.
L’attenzione si concentra sulla «super-Tasi» prevista dall’accordo fra i Comuni e il Governo Letta, e tradotta dall’Esecutivo Renzi in una norma che ha passato indenne l’esame di Montecitorio. Il tema è quello dell’aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille (su abitazioni principali, o sugli altri immobili o spalmata fra le due categorie) che i Comuni possono introdurre per finanziare le detrazioni, senza un vincolo esplicito di destinare agli sconti tutto il gettito: un rischio-rincari reso esplicito da decisioni come quella di Milano (detrazioni limitate ed extragettito diviso quasi a metà fra sconti e bilancio comunale) o Cagliari (nessuna detrazione e aliquota del 2,1 per mille per tutti). I correttivi approvati alla Camera cambiano anche le regole della Tari, il tributo sui rifiuti, che perde l’esenzione prevista dal decreto originario per imprese e centri commerciali sui rifiuti speciali assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai produttori. Nei calcoli delle tariffe 2014 e 2015 per le utenze domestiche, poi, i Comuni avranno maggiore libertà nel fissare i parametri per quota fissa e quota variabile, mentre le detrazioni “sociali” aggiuntive a quelle tipizzate potranno essere finanziare con risorse di bilancio anche se costano più del 7% del totale degli oneri del servizio. La base imponibile rimane la superficie dichiarata, come per Tarsu e Tares, fino all’anno successivo alla partenza effettiva dell’interscambio dei dati fra i Comuni e l’agenzia delle Entrate sulle superfici catastali.
Viene chiarito definitivamente, poi, che i versamenti insufficienti dell’Imu 2013, travolti dal caos-aliquote, possono essere sanati senza sanzioni e interessi entro il 16 giugno.