Voluntary disclosure, ultimo appello. Considerando che dal 2018, quando debutterà lo scambio automatico di informazioni tra le autorità fiscali mondiali, nuove operazioni di rientro dei capitali non potranno di fatto più essere realizzate, il governo italiano tenta di giocare l’ultima carta e apre a una versione bis della voluntary disclosure, puntando a reperire almeno altri 2 miliardi di euro circa.
Ufficialmente, la ragione della voluntary bis è finanziare il progetto Casa Italia (si veda ItaliaOggi del 13 settembre scorso), ma con buona probabilità occorre trovare risorse finanziarie anche per altre misure in parte indicate nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza varata martedì scorso. Tra le novità del nuovo rientro dei capitali su cui starebbe ragionando il governo, ci sarebbe l’estensione dell’arco temporale di applicazione al 30 settembre 2015 (la prima versione della voluntary era limitata al 30 settembre 2014), e un periodo accertabile molto più ampio, addirittura fino a 6 anni (2009). L’ipotesi dell’esecutivo è anche quella di aprire al rientro del contante, dell’oro e degli altri preziosi tenuti finora nei caveau, ma si tratta di una questione dai profili giuridici più delicati perchè occorrerebbe anche riuscire a sanare le possibili ipotesi penali da cui discendono questi contanti. Gli studi legali e professionali, secondo quanto emerge dall’inchiesta questa settimana da Affari Legali, in attesa di avere sotto mano un provvedimento scritto, si stanno già attrezzando per la riapertura dei termini della voluntary disclosure. E propongono al governo anche una serie di correttivi, rispetto alla prima versione, che potrebbero rendere più allettante l’operazione per i contribuenti. Per i quali non ci saranno più altri appelli.
Roberto Miliacca