Ma ha difeso il sistema, che non è in crisi nonostante alcuni casi isolati, ma vivo, come dimostrano l’aumento Unicredit e la fusione Bpm-Banco, e ridimensionato il problema delle sofferenze. Il nodo vero, ha detto, sono i 20 miliardi di crediti deteriorati in mano alle banche in difficoltà, che se fossero ceduti determinerebbero 10 miliardi di perdite. Soprattutto Visco ha difeso l’operato della banca centrale, finita spesso nel mirino delle critiche politiche, e ieri sostenuto dalla non simbolica presenza del governatore onorario Mario Draghi, presidente della Bce, che alle Considerazioni finali mancava dal 2012. Nel farlo, Visco è anche uscito dal canone classico delle Considerazioni, con un lungo inciso fuori dal testo ufficiale.
Malaffare ricorrente«Le crisi bancarie non sono purtroppo una peculiarità dei nostri tempi, e come dimostra la storia non è sempre possibile prevenirle» ha detto Visco, parlando a braccio, citando Sindona, l’Ambrosiano, il Banco di Napoli. «I casi di cattiva gestione, se non di vero e proprio malaffare, si ripetono con una certa regolarità, indipendentemente da chi sta al governo o in Banca d’Italia» ha detto Visco. «La Banca d’Italia negli ultimi anni è stata criticata in maniera aspra, accusata di non aver capito cosa accadeva o di essere intervenuta troppo tardi. Non sta a me giudicare, posso solo dire che l’impegno del direttorio è stato massimo». Come la collaborazione con la magistratura, alle quale sono state inviate segnalazioni «già nel corso degli accertamenti ispettivi».
L’Europa non aiutaIl quadro delle regole europee sulle banche, poi, è profondamente cambiato, senza che ve ne fosse sufficiente «consapevolezza» nella classe politica, ed è diventato meno efficace. Troppe autorità, processi decisionali «incompatibili con la rapidità degli interventi», senza «coordinamento». E mancano progetti chiari, a cominciare dalla bad bank di sistema per lo smaltimento delle sofferenze. «Servirebbe» dice Visco, ma la Ue tentenna, e l’incertezza è deleteria.
«Sono fiducioso che al di là dell’incertezza il paese saprà ottenere risultati che servono l’interesse generale» ha concluso Visco, sollecitando maggiori investimenti pubblici, la revisione delle agevolazioni fiscali, la lotta all’evasione, il piano per l’abbattimento del debito. «Visco sa che è rimasto costante e i nostri dati oggi ci diranno che il rapporto con il pil è sceso» commenta il segretario del Pd, Matteo Renzi.
Mario Sensini