La Direzione generale di statistica e analisi organizzativa (DgSTat) del Ministero della Giustizia, ha pubblicato la relazione relativa all’andamento per il primo semestre 2023 degli indicatori PNNR relativi ai procedimenti civili e penali.
L’analisi, partendo dai dati del monitoraggio semestrale effettuati dal Ministero, esamina gli andamenti dei procedimenti ed è finalizzata, tra l’altro, ad assolvere agli obblighi di rendicontazione alla Commissione europea dei risultati derivanti dall’attuazione degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano (“monitoraggio continuo”).
I risultati, in linea generale, registrano i primi effetti dei cambiamenti organizzativi attuati dagli uffici giudiziari, legati all’introduzione dell’Ufficio per il processo, e si concretizzano in una complessiva riduzione della durata dei processi con un’accelerazione dell’abbattimento dell’arretrato.
In questo senso, infatti, i valori al 30 giugno 2023, confrontati con quelli del 2019 (anno di riferimento fissato nel PNRR) segnalano una decisa accelerazione nella riduzione della durata dei processi calcolata in base al disposition time, l’indicatore di durata che misura il rapporto tra i processi pendenti e quelli definiti:
In particolare, per il settore civile, si evidenzia come il miglioramento sia apprezzabile in tutti i gradi di giudizio. Rispetto al I semestre del 2022 il disposition time si è ridotto dell’1,0%. La riduzione è stata maggiore nei Tribunali (-8,9%) ma è significativa anche in Corte di appello (-7,8%). In Corte di Cassazione, invece, a fronte di una diminuzione del 19,8% rispetto alla baseline, nell’anno, si è registrato un aumento (+7,1% nel I semestre 2023 rispetto al I semestre 2022)
Con riferimento all’arretrato civile, al I semestre 2023 la riduzione rispetto alla baseline è pari a –19,7% in Tribunale e a –33,7% in Corte di Appello. Su questo aspetto viene comunque evidenziato come l’accelerazione che si osserva in Tribunale è, almeno in parte, correlata alla dinamica dell’arretrato: nel I semestre 2023 l’arretrato di nuova formazione è costituito dai procedimenti pendenti con data di iscrizione nel 2020, anno in cui, per effetto della pandemia, i fascicoli iscritti sono stati in numero ridotto (-21,4% rispetto al 2019). Anche il dato della Corte di appello, che sembrerebbe indicare un rallentamento del tasso di smaltimento (nel 2022 la riduzione rispetto al 2021 è stata del -18,9%), è da ricondurre al medesimo fenomeno. L’arretrato della Corte, essendo costituito dai pendenti ultra-biennali, ha infatti beneficiato un anno prima del minore ingresso di procedimenti in arretrato.
Particolarmente significativa anche la riduzione nell’ultimo anno nel settore penale (- 17,5% rispetto al I semestre del 2022), grazie a un aumento consistente dei procedimenti definiti. In attesa di un consolidamento di tali andamenti, sulla base dei dati dei prossimi mesi, la tendenza registrata nel primo semestre 2023 è in linea con l’obiettivo finale concordato con la Commissione europea, consistente nella riduzione del 25% della durata dei processi penali entro giugno 2026.
I dati mostrano quindi un buon andamento dello smaltimento dell’arretrato, che tuttavia rimane ancora al di sotto di quello necessario a raggiungere gli obiettivi concordati con la Commissione europea che prevedono, per giugno 2026, un abbattimento del 90% rispetto al dato del 2019, sia in Tribunale sia in Corte di appello.