11.12.2023 Icon

Se installo delle telecamere di videosorveglianza in azienda commetto reato?

Molti imprenditori, almeno una volta nel corso della propria attività, si sono posti certamente la seguente domanda: “se installo delle telecamere di videosorveglianza in azienda commetto reato?”.

Domanda determinata, ovviamente, anche alla luce del grande numero di reati che vengono commessi ai danni delle aziende e dei locali commerciali e che possono recare pregiudizio al patrimonio aziendale.

Seppur, in un primo momento, la risposta più scontata possa sembrare quella negativa (ossia che l’imprenditore può installare nella propria azienda un impianto di videosorveglianza senza alcuna restrizione e dunque senza commettere illeciti penali), tale domanda ha interessato in molteplici occasioni la Suprema Corte di Cassazione, da ultimo con Cass. Pen., Sez. III, sent. 16 novembre 2023, n. 46188.

Infatti, se non appaiono esservi rilevanti problematiche laddove l’impianto sia installato all’esterno dei locali aziendali (si pensi, a titolo esemplificativo, agli impianti volti a monitorare esclusivamente i varchi di accesso ai locali), la questione diventa ben più complessa quando il sistema di videosorveglianza è in grado di monitorare anche l’ordinaria attività lavorativa dei dipendenti.

In tal caso, è l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori (L. 300/1970) ad imporre determinate regole all’imprenditore che vuole installare un impianto di videosorveglianza per la tutela del patrimonio aziendale.

Orbene, laddove l’impianto possa anche monitorare l’attività lavorativa dei dipendenti, questo può essere installato solo previo accordo con le rappresentanze sindacali o, in alternativa, previa autorizzazione della sede dell’Ispettorato del lavoro ove sono ubicati i locali aziendali.

Il Codice della privacy (così come modificato nel 2018 con il D.Lgs. n. 101) prevede poi all’art. 171 che l’installazione di tale impianto in assenza dell’accordo con i sindacati e senza l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro venga punito con una sanzione di carattere penale.

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza, ha avuto modo di “allargare” la possibilità del datore di lavoro di installare, al fine di tutelare il patrimonio aziendale, un sistema di videosorveglianza (idoneo a monitorare contestualmente l’attività dei dipendenti) anche in assenza dell’accordo sindacale o dell’autorizzazione.

Ebbene, secondo gli ermellini non si configurerebbe il reato “quando l’impianto audiovisivo o di controllo a distanza, sebbene installato sul luogo di lavoro in difetto di accordo con le rappresentanze sindacali legittimate o di autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro, sia strettamente funzionale alla tutela del patrimonio aziendale, sempre che il suo utilizzo non implichi un significativo controllo sull’ordinario svolgimento dell’attività lavorativa dei dipendenti o resti necessariamente “riservato” per consentire l’accertamento di gravi condotte illecite degli stessi”.

Autore Stefano Gerunda

Lateral Partner

Milano

s.gerunda@lascalaw.com

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Autore Andrea Caprioglio

Associate

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