Il 18 luglio 2023, con il voto finale della Camera dei deputati, è stato approvato definitivamente il disegno di legge di riforma del Codice della Proprietà Industriale, secondo le previsioni delle Linee strategiche di intervento sulla proprietà industriale per il triennio 2021-2023.
La riforma del sistema della proprietà industriale è stata prevista dalla Missione 1 del PNRR che intendeva perseguire le finalità di digitalizzazione, innovazione, semplificazione amministrativa e competitività del sistema produttivo attraverso la riforma del sistema della proprietà industriale.
Come si legge nel comunicato pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il provvedimento prevede numerose modifiche. Tra le novità introdotte spicca il rafforzamento delle misure di contrasto alla contraffazione per i disegni e i modelli presentati nell’ambito di fiere, una maggiore digitalizzazione degli adempimenti per le imprese interessate a brevettare, lo stop ai marchi che evocano denominazioni d’origine protette e l’estensione dei controlli su invenzioni utili per la difesa del Paese.
Inoltre, ulteriore novità, l’Italia allineandosi a tutti i principali Paesi, con il nuovo testo dell’articolo 65 c.p.i, interviene sul Professor’s privilege per dare più ampio respiro all’attività di trasferimento tecnologico delle strutture pubbliche. Infatti, mediante l’art. 3 del Ddl è stato ribaltato il meccanismo del c.d. Professor privilege, al fine di agevolare il trasferimento tecnologico al sistema produttivo, attraverso la previsione dell’attribuzione della titolarità delle invenzioni realizzate dal personale di ricerca in ambito universitario, in prima battuta alla struttura di appartenenza e, solo in caso di inerzia di quest’ultima, al ricercatore. Ad ogni modo, l’inventore ha diritto a una remunerazione non inferiore al 50% degli introiti derivanti dallo sfruttamento economico, dedotti i costi sostenuti dall’università, centro pubblico o IRCSS in relazione al deposito della domanda di brevetto, di registrazione e di rinnovo.
Ulteriore elemento di novità, adottato per favorire la tutela del prodotto industriale, in particolare rivolto al sostegno delle Pmi, è l’introduzione della possibilità di pagare i diritti di deposito della domanda di brevetto non solo contestualmente al deposito stesso, ma anche successivamente, entro un mese, mantenendo ferma la data di deposito. Per evitare in questo modo che la domanda sia dichiarata irricevibile o, se i diritti vengono pagati tardivamente, la data di deposito sia posposta alla data del pagamento.
Pertanto, tale riforma, così come commentata dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “contribuisce ad agevolare l’accesso al sistema della proprietà industriale e a rafforzare l’importanza dei brevetti, dei marchi e dei disegni all’interno del tessuto produttivo. Finalmente si segna un cambio di passo anche nei processi di trasferimento tecnologico e di valorizzazione dei brevetti grazie all’abolizione del cosiddetto professor privilege: la titolarità delle invenzioni in mano alle Università con molta probabilità renderà più agevole il passaggio dell’innovazione dal sistema della ricerca a quello produttivo”.