Una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, realizzata in collaborazione con la collecting ITSRIGHT, rivela un utilizzo enorme e non retribuito della musica sul web, anche al di fuori delle grandi piattaforme di streaming.
La ricerca si pone in stretta continuità con un precedente studio, sempre dell’Università Cattolica in collaborazione con ITSRIGHT, dedicato ad evidenziare quanto poco lo streaming musicale remuneri effettivamente gli artisti.
Se si pensa allo streaming musicale e a questa tematica in particolare, viene spontaneo fare riferimento alle grandi piattaforme, che consentono agli utenti di accedere a milioni di brani musicali.
Questo nuovo studio ha seguito le tracce della musica online, focalizzandosi invece sull’uso della musica al di fuori delle grandi piattaforme e, più in particolare, sull’uso della musica da parte delle web radio e dei cosiddetti aggregatori, ossia quelle piattaforme che raccolgono, recensiscono e rendono accessibili le web radio stesse.
L’indagine ha così rivelato quella che è stata definita una “galassia” multiforme della musica nel web, atteso che, come sappiamo, la musica è di fatto onnipresente.
In particolare lo studio ha mappato le web radio, suddividendole in web radio commerciali, istituzionali, del terzo settore e fan-based e ha evidenziando altresì la presenza di emittenti gestite interamente dall’intelligenza artificiale.
Sono stati analizzati anche gli aggregatori e i relativi diversi modelli economici a seconda della presenza di pubblicità, delle possibilità di abbonamento e dei servizi offerti alle web radio.
La ricerca si è soffermata su un ulteriore utilizzo della musica online, ossia la musica presente nei contenuti di lunga durata trasmessi in diretta. Sul web gli utenti si dedicano, infatti, anche a seguire degli streamer che trasmettono video relativi a gaming, attività creative o quotidiane, riempiti con brani musicali.
In conclusione la domanda è una sola: ma i diritti musicali vengono corrisposti?
A fronte di una galassia tanto complessa e multiforme deve ritenersi che l’intelligenza artificiale debba essere quantomeno parte della gestione di questa problematica, che va compresa e normata.