
L’Antitrust italiano ha aperto un’indagine contro la compagnia di volo low cost, prima in Italia per n. di passeggeri trasportati, per possibile abuso di posizione dominante.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dichiarato che Ryanair: «danneggerebbe le agenzie di viaggio ed i consumatori cercando di estendere il proprio potere di mercato anche nell’offerta di altri servizi turistici». A partire dal mese di maggio sono pervenute all’autorità diverse segnalazioni da parte dell’Associazione italiana degli agenti di viaggio nelle quali si accusa Ryanair di volere ampliare la propria offerta proponendo altri servizi come la prenotazione di hotel o il noleggio di auto direttamente sul proprio sito, oltre che bloccare, sulla sua piattaforma, l’acquisto dei biglietti aerei da parte degli agenti, ai danni delle agenzie di viaggio e dei clienti che se ne avvalgono.
Le accuse proseguono, poiché si legge nelle ventidue pagine di relazione dell’AGCM, la compagnia: «da un lato sembra ostacolare l’acquisto dei biglietti aerei da parte delle agenzie di viaggio, dall’altro consente l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali tramite la piattaforma Gds a condizioni che risulterebbero di gran lunga peggiorative in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post vendita».
Ancora: «Ryanair, una volta individuata la prenotazione come proveniente da un’agenzia di viaggio, metterebbe in atto una serie di comportamenti volta a bloccare la fruizione del servizio acquistato, richiedendo l’intervento diretto del passeggero per lo scopo della prenotazione e veicolando informazioni denigratorie e non veritiere allo scopo di dissuaderlo dall’avvalersi delle agenzie di viaggio».
Secondo la ricostruzione preliminare, Ryanair quindi impedirebbe alle agenzie di utilizzare il sito Ryanair.com per acquistare i biglietti per conto dei clienti, come specificato formalmente nei Termini d’uso del sito o nel documento Termini e condizioni generali di trasporto.
I comportamenti escludenti di Ryanair sarebbero portati avanti anche sul piano sostanziale, infatti: «[…] la compagnia blocca la prenotazione impedendo a chiunque di gestirla fino a quando il passeggero non si sottopone personalmente alla “procedura di verifica”. L’opzione di verifica ha un costo a carico del cliente e in caso di mancata verifica non è possibile procedere al check-in online ed il passeggero è costretto a effettuare il check-in in aeroporto, pagando un supplemento che può arrivare a 75 euro».
Tutte queste condotte, per l’Antritrust, sono: «volte a limitare alle agenzie di viaggio la vendita dei biglietti che in genere sono il primo acquisto effettuato nell’organizzazione di una vacanza e rappresentano il “punto di accesso” per la vendita di ulteriori servizi». Le condotte contestate avrebbero: «effetti anche sui consumatori finali: si determinerebbero condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione».
L’Autorità fornisce sessanta giorni di tempo alle parti per presentare le loro motivazioni «per accertare l’esistenza di violazioni della concorrenza ai sensi dell’art.3 della legge 276/1990 e/o dell’art.102 del TFUE».
Ryanair non ha tardato a replicare e con una nota ha comunicato che accoglie con favore l’indagine da parte dell’Antitrust la quale: «chiarirà ai passeggeri di prenotare direttamente su Ryanair.com per ottenere le tariffe più basse».
Risulta singolare che un’agenzia indipendente come l’Antitrust sia intervenuta a protezione dei mediatori e degli agenti, figure che contribuiscono a portare il prezzo del biglietto aereo in questione a crescere.
Un’ulteriore perplessità riguarda l’esito possibile di questa indagine, essendo che l’impressione generale (anche della stampa italiana) è che quest’ultima non intaccherà molto il colosso irlandese, come si può facilmente intuire dalla risposta del suo amministratore delegato, il quale ha dichiarato: «siamo sorpresi che l’Autorità italiana non abbia mostrato interesse per il fatto che i prezzi dei voli Ryanair, sui siti delle agenzie, sono più alti anche del 200%».
Inoltre, appare quantomeno curiosa la tempistica, dato che l’apertura del fascicolo contro la compagnia aerea arriva esattamente il giorno dopo la rimozione da parte del governo italiano, attraverso un emendamento, dal Decreto-legge c.d. “Asset” del tetto alle tariffe dei voli (le quali, nelle tratte da/per la Sicilia e la Sardegna, hanno subito aumenti fino al 200% del costo medio) che aveva provocato dei duri scontri proprio contro il vettore irlandese e le altre compagnie low cost. Rimozione avvenuta dopo l’interlocuzione con la Commissione Europea, la quale ha aperto una procedura d’infrazione: ciò in quanto fissare un tetto al prezzo dei biglietti aerei attraverso un decreto legge è una misura incompatibile con il diritto europeo.