La Bank for International Settlements (BIS) ha pubblicato il 9 aprile 2024 il risultato di una ricerca (FSI Insights on policy implementation n. 57, frutto del lavoro del Financial Stability Institute) che approfondisce l’evoluzione normativa per gli emittenti di c.d. “stablecoin”.
Rischi e opportunità delle stablecoin.
Con il continuo sviluppo del mercato delle stablecoin come mezzo di pagamento, le autorità di regolamentazione nazionali e internazionali stanno rispondendo con misure volte a mitigare i rischi legati alla loro emissione. Il documento esamina pertanto l’evoluzione normativa per gli emittenti di stablecoin fiat-pegged, confrontando il panorama giuridico di ben undici autorità in sette ordinamenti diversi per individuare tendenze emergenti e punti comuni nei rispettivi quadri normativi.
Partendo dalla definizione, le stablecoin sono criptovalute progettate per mantenerne il prezzo stabile nel tempo, agganciando il loro valore al prezzo di un altro asset, come una valuta, una commodity o un paniere di queste. A differenza di altri cripto-asset, le stablecoin sono accompagnate perciò da una promessa di stabilità. Gli emittenti, infatti, promettono la parità rispetto all’asset di riferimento.
Secondo il lavoro in commento, le stablecoin agganciate a una singola valuta fiat (come il dollaro USA) e sostenute da attività finanziarie tradizionali hanno un enorme potenziale come mezzo di pagamento. Grazie a ciò, stanno emergendo sempre di più nella finanza tradizionale e diversi paesi hanno sviluppato normative specifiche per gli emittenti.
Tuttavia, se da un lato le stablecoin possiedono una serie di vantaggi, dall’altro generano anche rischi molto significativi. Si crede che le stablecoin possano aumentare l’inclusione finanziaria, ridurre i costi e migliorare l’efficienza dei pagamenti transfrontalieri. Purtroppo, molti benefici rimangono solo teorici. In molti casi, anche di stablecoin considerate “solide”, si sono verificati casi di de-pegging[1] e, talvolta, di collasso, che hanno in un certo qual modo minato la stabilità tanto promessa. Inoltre, il loro ruolo nelle attività illecite e il potenziale di minaccia alla stabilità dei mercati finanziari destano molta preoccupazione tra gli addetti ai lavori.
Panoramica delle normative
Molti degli approcci normativi prevedono requisiti chiave simili per gli emittenti: la maggior parte segue due diversi regimi di autorizzazione che consentono l’emissione di stablecoin da parte di banche e alcune istituzioni finanziarie non bancarie e/o un nuovo tipo di entità finanziarie in possesso di una autorizzazione specifica.
Gli emittenti sono tenuti a mantenere riserve in conti segregati pari al valore delle loro stablecoin in circolazione. I regolamenti in essere in genere pongono l’accento sulle norme prudenziali, sulla governance, sulla gestione del rischio, sull’antiriciclaggio e sul contrasto al finanziamento del terrorismo (AML/CFT) oltre che su requisiti di divulgazione al pubblico.
Tuttavia, esistono differenze rilevanti (a livello “nazionale”) tra i regimi normativi esaminati che potrebbero portare a una mancanza di coerenza e coordinamento nella supervisione e regolamentazione del mercato legato alle stablecoin a livello globale. Ad esempio, già la terminologia utilizzata per definire le stablecoin e conseguentemente l’ambito di applicazione varia in modo significativo. Ci sono spesso anche notevoli differenze nella disciplina delle riserve e in relazione alla segregazione e alla custodia. Nonostante le aspettative comuni sulle politiche di riscatto, anche la natura dei crediti dei detentori di stablecoin varia da un ordinamento all’altro, così come il trattamento delle commissioni di rimborso.
Considerazioni finali di FSI
Il FSI conclude ponendo l’accento sul fatto che, con l’espansione capillare delle stablecoin, prevenire la frammentazione normativa diventerà sempre più importante. Le autorità, dunque, si trovano di fronte alla sfida di stabilire un quadro regolamentare unitario che incoraggi l’innovazione e al contempo mitighi i rischi. Pertanto, la cooperazione internazionale sarà fondamentale affinché si giunga ad avere una disciplina efficace e coerente. Inoltre, l’interoperabilità delle stablecoin con altri asset digitali, come le valute digitali delle banche centrali (CBDC) e i depositi tokenizzati, aiuterà probabilmente a facilitare un sistema finanziario globale integrato.
[1] Un “evento di de-pegging” avviene quando una stablecoin non viene più scambiata per il suo valore di peg predeterminato. Il cosiddetto currency peg è una leva di politica monetaria in cui un una banca centrale imposta un tasso di cambio fisso specifico per la propria valuta con una valuta estera o un paniere di valute.