La DBRS, agenzia globale di rating del credito, nei giorni scorsi ha pubblicato un report aggiornato relativo allo stato delle cartolarizzazioni e degli NPL in Europa.
Le chiusure dei tribunali disposte nel pieno della pandemia e l’arresto delle vendite forzate relative agli immobili “prima casa” hanno portato ad un forte incremento delle transazioni stragiudiziali: gli accordi chiusi dopo l’inizio della pandemia hanno ottenuto delle performance nettamente migliori rispetto alle transazioni definite ante Covid.
Queste ultime, infatti, non avevano potuto prevedere i ritardi e le complicazioni che si sarebbero poi verificate nei mesi successivi, di conseguenza è stato necessario di volta in volta rivedere i business plan delle singole transazioni, con la conseguenza che gli incassi sono stati inferiori rispetto al previsto e nella maggior parte dei casi anche più dilazionati.
Invece, le cartolarizzazioni di NPL effettuate durante e dopo la pandemia ne hanno incorporato gli effetti nei loro piani aziendali e quindi hanno registrato delle performance più forti. Se la composizione dei portafogli è rimasta invariata, la differenza rilevante nelle prestazioni è dipesa dal modo in cui i Servicer hanno adattato le loro aspettative.
Come prevedibile, per il 2023 ci si aspetta in tutta l’Europa un aumento del volume dei crediti deteriorati: il rallentamento registrato nel 2022 è destinato a lasciare spazio ad una vera e propria impennata dei numeri, in continuità con la tendenza registrata negli anni 2020/2021.
Tale tendenza parrebbe essere prevalente nell’Europa meridionale, dove potrebbero tornare in auge le garanzie statali come la GACS italiana, scaduta nel giugno 2022, o la HAPS greca, scaduta lo scorso ottobre.
Le ragioni del previsto aumento dei crediti in sofferenza sono note, a partire dalla guerra in Ucraina che, a cascata, genera una serie di problematiche quali l’inflazione, l’incremento dei costi legati alle forniture energetiche, l’aumento dei costi di finanziamento e dei tassi di interesse che finiranno per pesare sulle famiglie e sulle imprese.
Con riferimento all’economia italiana, DBRS prevede che l’aumento dei tassi di interesse metterà sotto pressione i prezzi degli immobili e, di conseguenza, i recuperi garantiti dalle cartolarizzazioni di NPL.
D’altra parte, segnala però che ad oggi le banche italiane hanno profili di rischio e di patrimonializzazione più forti rispetto al passato. I risparmi delle famiglie e delle aziende sono aumentati, così come i depositi, creando una certa resilienza contro i venti contrari che le attendono.
Il programma italiano di protezione patrimoniale, GACS, avviato nel 2016 e più volte rinnovato, è scaduto il 14 giugno 2022. Gli operatori del settore credono fermamente che ci sarà un rinnovo, anche se forse con alcuni cambiamenti strutturali.
La GACS ha svolto un ruolo significativo nella riduzione del rischio delle banche italiane. Tuttavia, a differenza dell’HAPS della Grecia, non ha sostenuto gli UTP: l’ampio stock di UTP italiani necessita di essere sostenuto ed una nuova GACS potrebbe essere una valida soluzione.