E’ in corso una trasformazione: i criteri utilizzati per la concessione di prestiti e linee di credito alle imprese (a prescindere dalle dimensioni) da parte delle banche si allineeranno alle recenti Linee Guida EBA-GL LOM (Guidelines on loan origination and monitoring). Assistiamo dunque alla creazione di una nuova forma di rapporto banca-impresa, già alla base del Codice della crisi e dell’insolvenza.
Proprio a questa trasformazione in atto è dedicato il documento pubblicato recentemente dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale Ricerca dei commercialisti, dal titolo “L’informativa economico-finanziaria e la bancabilità delle Pmi: indicazioni EBA-GL Lom e spunti operativi”. In tale scenario, infatti, sarà determinante il ruolo del professionista che affianca l’impresa nell’iter della richiesta di credito – a quest’ultimo sarà richiesto un vero e proprio cambio di mindset.
Un cambiamento è richiesto, inoltre, all’imprenditore stesso che dovrà effettuare assessment costanti sull’andamento dell’impresa con un’attenta elaborazione di bilanci infrannuali, budget e business plan.
Tali ‘nuovi’ criteri superano ad esempio le garanzie richieste per la concessione di prestiti da parte delle banche – che diventano, quindi, di secondaria importanza – spostando l’attenzione sulla capacità dell’impresa di generare reddito e flusso di cassa, con maggiore focus sulle tematiche ESG (environmental, social, governance).
Secondo il predetto documento, di recente pubblicazione, nella riclassificazione dei bilanci si consiglia di porre attenzione sul trend storico basandosi sulla variazione del fatturato, l’Ebit, l’Ebitda, il capitale circolante netto operativo, il rapporto tra la posizione finanziaria netta e l’Ebitda, il debt service coverage ratio, la leva finanziaria e l’interest coverage ratio.
Sono da monitorare, inoltre, i debiti scaduti nei confronti dei dipendenti, tributari e previdenziali, una diminuzione significativa di cashflows futuri, gli ultimi 2 bilanci in perdita, la riduzione del fatturato superiore al 30% e la riduzione del patrimonio netto superiore al 50% rispetto all’esercizio precedente (tali criteri di valutazione sono quelli maggiormente utilizzati dalle banche per valutare il merito creditizio dell’impresa).
L’impresa però – suggerisce il documento – può comunque precedere ad una autovalutazione ricorrendo al modello elaborato dal Fondo di garanzia per il calcolo della probabilità di inadempimento dei soggetti beneficiari.
In un presente delicato e un futuro incerto, l’utilizzo da parte delle banche di criteri tailor made e l’aumento della documentazione richiesta, può permettere una virtuosa concessione di prestiti e linee di credito alle imprese. Tale sistema virtuoso potrà però essere mantenuto e stabilizzato solo grazie ad un reale cambio di passo all’interno dell’impresa, con un focus maggiore sugli aspetti sopramenzionati insieme a sistemi di alert specifici e con l’ausilio di professionisti (commercialisti, legali) che dovranno continuamente aggiornarsi per seguire al meglio l’impresa nel raggiungimento dei suoi obbiettivi, non trascurando gli indicatori utilizzati dalle banche per la concessione di credito.