Le misure protettive richieste durante la composizione negoziata della crisi d’impresa concedono all’imprenditore la possibilità di tutelare il proprio patrimonio da eventuali iniziative dei creditori (c.d. automatic stay).
L’obiettivo del legislatore era di istituire uno strumento atto a supportare il piano di risanamento proposto dall’esperto negoziatore sino al buon esito dell’operazione.
In Italia, dall’introduzione della composizione negoziata il 15 novembre 2021 al 16 settembre 2022, sono state depositate 376 istanze.
Il dato viene reso noto dalla Camera Arbitrale di Milano nell’ultimo comunicato stampa del 2022.
Nello specifico, secondo tali dati aggiornati, il 67% delle imprese italiane che ha presentato la domanda per la composizione negoziata ha richiesto l’applicazione delle misure protettive.
Proprio sul tema dell’automatic stay applicate nell’ambito di una composizione negoziata, e sull’ampiezza di tali misure, l’orientamento che emerge dalla lettura dei primi provvedimenti è improntato alla selettività.
Infatti, il modello dell’automatic stay appare applicarsi solo nei confronti di chi si è già attivato ante composizione negoziata con iniziative individuali la cui prosecuzione può compromettere il piano di risanamento o il rispetto della gerarchia delle prelazioni, e non indistintamente inibendo tutte le azioni esecutive individuali dei creditori. In questi ultimi casi, infatti, potranno instaurarsi azioni esecutive individuali nel corso dello svolgimento della composizione negoziata (Tribunale di Roma, 3 febbraio 2022).
Inoltre, sul tema delle misure protettive, il Tribunale di Milano si è recentemente pronunciato (decisione del 27 gennaio 2022), sottolineando che il suddetto strumento determina la sola sospensione – e non l’inefficacia – delle procedure esecutive già instaurate, non consentendo quindi la liberazione delle somme già colpite da pignoramento, che rimangono indisponibili per il debitore sino all’esito della composizione.
In conclusione, anche alla luce dei primi orientamenti in tema di misure protettive nell’ambito della procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa, possiamo dedurre che un’applicazione non selettiva dell’automatic stay rischierebbe di trasformare questo strumento in un facile escamotage per bloccare automaticamente le azioni dei creditori, anche in assenza di reali possibilità o, peggio ancora, di volontà di risanamento, svilendo così le finalità dell’istituto della composizione negoziata della crisi.