11.07.2024 Icon

Grandi imprese e obblighi ESG: pubblicata la Direttiva CS3D

In data 5 luglio 2024 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la Direttiva (UE) 2024/1760 (c.d. Corporate Sustainability Due Diligence Directive – CS3D o CSDDD), concernente il dovere di diligenza delle grandi imprese ai fini della sostenibilità.

La Direttiva in discorso, che modifica la Direttiva 2019/1937 (Direttiva Whistleblowing) e il Regolamento (UE) 2023/2859 (Regolamento ESAP), introduce una serie di obblighi e responsabilità per le grandi imprese in relazione agli impatti negativi delle loro attività sul rispetto dei diritti umani e sulla protezione dell’ambiente.

In particolare, essa ha a oggetto:

  • obblighi – e conseguenti responsabilità – sugli impatti negativi sui diritti umani e agli impatti ambientali negativi, effettivi o potenziali, cui sono soggette le imprese nell’ambito delle proprie attività, così come in quelle dei loro partner commerciali presenti nelle relative catene di attività;
  • obblighi – e, di nuovo, relative responsabilità – per le imprese connessi all’adozione e all’attuazione di un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici, che garantisca il perseguimento dell’obiettivo di transizione ecologica.

Gli Stati membri, in sede di recepimento, potranno definire le sanzioni che possono includere: i) sanzioni pecuniarie per un minimo del 5% del fatturato netto della società; ii) strumenti per la pubblicazione delle società inadempienti; iii) obblighi di compiere azioni per interrompere determinati comportamenti che violano le linee guida della Direttiva; iv) sospensione della libera circolazione e dell’esportazione dei prodotti.

La Direttiva non può essere, comunque, addotta per ridurre il livello di tutela dei diritti umani, occupazionali e sociali o di protezione dell’ambiente o del clima, già previsto a livello eurounitario, nazionale, o da specifici contratti collettivi.

La Direttiva si applica alle imprese:

  • con un fatturato globale netto superiore a 450 milioni di Euro e, nel caso di società europee, con più di 1.000 dipendenti;
  • capogruppo di un gruppo che raggiunge i limiti minimi per l’adozione del bilancio d’esercizio consolidato;
  • che abbiamo concluso o che siano capogruppo di un gruppo che abbia concluso accordi di franchising o di licenza nell’Unione in cambio di diritti di licenza con società terze indipendenti per un valore maggiore ai 22,5 milioni di Euro nell’ultimo esercizio, laddove il fatturato globale sia superiore a 80 milioni di Euro.

La Direttiva, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 26 luglio 2026, troverà un’applicazione differita a seconda delle dimensioni delle aziende, vale a dire:

  • a tre anni dall’entrata in vigore per le imprese con più di 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di Euro di fatturato;
  • a quattro anni dall’entrata in vigore per le aziende con più di 3.000 dipendenti e 900 milioni di Euro di fatturato;
  • a cinque anni dall’entrata in vigore della direttiva per le imprese con più di 1.000 dipendenti e 450 milioni di Euro di fatturato.

Al momento la Direttiva non riguarda le PMI e le microimprese. Tuttavia, queste potrebbero essere coinvolte indirettamente, nel caso in cui facciano parte della catena di fornitura delle imprese obbligate.

Autore Simone Mascelloni

Associate

Milano

s.mascelloni@lascalaw.com

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