Il Consiglio europeo ha adottato la direttiva 2013/0402 nel testo corrispondente alla posizione assunta dal Parlamento. Questo è quindi l’ultimo atto dell’iter legislativo prima della pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale Europea e della sua entrata in vigore nei venti giorni successivi.
Nell’approvare il testo, il Consiglio ha emanato una nota informativa con cui rassicura quanti nei mesi scorsi hanno temuto un giro di vite sulla libertà di stampa: «Benché la direttiva preveda misure per impedire la divulgazione di informazioni commerciali al fine di proteggere investimenti e riservatezza, non introduce nuove limitazioni all’esercizio del giornalismo d’inchiesta anche per quanto riguarda la protezione delle fonti giornalistiche ed è pienamente conforme alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che preserva la libertà e il pluralismo dei media».
Inoltre la direttiva, aggiunge il Consiglio, non imporrà alcuna limitazione all’uso da parte dei dipendenti di esperienze e competenze onestamente acquisite nel normale svolgimento del loro lavoro, e altresì garantirà un’adeguata protezione ai c.d. «whistle-blowers» ovvero coloro che agendo in buona fede rivelano segreti commerciali con l’obiettivo di proteggere l’interesse pubblico generale (la mente corre sulla controversa figura di Julian Assange).
L’adozione della direttiva non impatterà in maniera considerevole sull’ordinamento italiano, avendo già nel nostro paese gli istituti giuridici appropriati per la tutela del know-how segreto (D.Lgs. 30/2005 – Codice della proprietà industriale), per la repressione di atti di concorrenza sleale (art. 2593 c.c.), per la violazione di banche dati (Legge 633/1941 – Legge sul diritto d’autore) e trattamenti illeciti di dati personali (D.Lgs. 196/2003 – il Codice privacy).
Non v’è dubbio tuttavia che la direttiva abbia il pregio di affrontare il problema sempre più attuale (e ora la mente corre ai Panama Papers) uniformando nei Paesi dell’Unione i procedimenti a difesa dei segreti industriali, le misure da adottare contro chi li abbia violati e i criteri di quantificazione del danno.
Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2013/0402 (leggi la direttiva)