Dopo anni di ritardi, che hanno visto la Gran Bretagna tra le capofila dell’iniziativa per poi auto-escludersi, è iniziata da poco la fase di applicazione provvisoria, che avrà durata di almeno 8 mesi, dei nuovi Tribunali per il brevetto europeo ad effetto unitario.
Il Tribunale unificato dei brevetti (UPC)
In origine, le sedi per i Tribunali dovevano essere tre: Parigi come sede centrale, Monaco di Baviera per il settore meccanico e Londra per quello chimico-farmaceutico. Se non che, a causa della Brexit, la sede di Londra è stata automaticamente esclusa. Di conseguenza Milano, che ancora nel 2020 bruciava per la perdita dell’EMA (l’assegnazione ad Amsterdam dell’Agenzia europea per il farmaco) ha presentato la sua candidatura per ospitare la terza sede rimasta vacante. Candidatura non andata a buon fine in quanto, almeno per ora, le deleghe della divisione londinese sono state ripartite tra Parigi e Monaco. Infatti, il presidente del Comitato preparatorio del Tribunale per il brevetto unitario ha affermato che «le sedi centrali esistenti possono occuparsi dell’avvio e dei casi che arriveranno fino a quando gli Stati membri non decideranno come procedere. Se ci sarà una terza divisione, e dove, sarà materia di discussione tra loro».
Nel frattempo, in questa fase provvisoria, verranno individuati i 90 giudici che prenderanno servizio e gli ingegneri e i consulenti brevettuali che costituiranno il team di sostegno ai giudici.
Brevetto unitario europeo
In questi nuovi Tribunali verranno esaminate le cause relative al brevetto europeo con effetto unitario. Tale brevetto, che non sostituirà ma affiancherà quello nazionale (rilasciato dall’UIBM), sarà rilasciato dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e permetterà, al titolare, di avere protezione direttamente nei 25 Paesi dell’Unione Europea aderenti all’iniziativa[1]. Il vantaggio di questo nuovo brevetto, pertanto, è proprio quello di avere una tutela automatica su tutti i territori dell’EU tramite un solo deposito presso l’EPO, senza dover depositare, e tradurre, il brevetto in ogni Stato al quale si chiede tutela.
Anche se i 25 Stati Membri partecipano al regime del brevetto unitario, per un primo periodo i brevetti unitari concessi dall’EPO non copriranno tutti i 25 Paesi in quanto alcuni di questi non hanno ancora ratificato l’Accordo istitutivo del Tribunale unificato dei brevetti. Da ciò deriva che saranno presenti varie generazioni di brevetti unitari con una diversa copertura territoriale, a seconda di quali Stati hanno nel frattempo ratificato l’Accordo.
Mentre attendiamo che questa fase di transazione si concluda, auspichiamo che il numero degli Stati firmatari, ad oggi 17, possa aumentare.
Sara Donati – s.donati@lascalaw.com
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[1] Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Polonia, Malta, Cipro, Grecia, Svezia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Portogallo, Austria, Romania, Bulgaria, Ungheria, Irlanda.