07.11.2013 Icon

I dati dell’osservatorio della crisi d’impresa pubblicati a settembre 2013

E’ stata pubblicata a settembre la periodica relazione sullo stato delle imprese italiane. Ben 22 mila aziende, nel secondo trimestre del 2013, hanno avviato una procedura di insolvenza o una liquidazione volontaria (+9,9% sullo stesso periodo del 2012) e sale inoltre a 45 mila il totale delle chiusure di impresa nella prima metà dell’anno, in aumento del 9,3% rispetto al dato già elevato del 2012.

Nei primi sei mesi del 2013 la crisi non ha risparmiato alcun settore economico: le chiusure aziendali sono aumentate con tassi a due cifre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in tutta l’economia.

Dal punto di vista geografico, l’aumento di insolvenze e liquidazioni volontarie ha avuto un carattere pervasivo: le chiusure sono risultate in aumento nei primi sei mesi dell’anno in tutta la Penisola, con la sola eccezione della Valle d’Aosta.

È proseguita anche la maggiore tendenza da parte degli imprenditori a chiudere volontariamente le proprie attività: si contano 17 mila liquidazioni volontarie tra aprile e giugno (+8,8%), per un totale di 36 mila pratiche avviate nella prima metà dell’anno (+8%).

Tra le chiusure, l’incremento più consistente ha riguardato le procedure di insolvenza diverse dai fallimenti:

– sono aumentate a ritmi del 34% nel secondo trimestre e del 31% nel primo semestre del 2013. All’origine vi

– è naturalmente l’introduzione del cd concordato in bianco, che consente alle imprese di presentare una domanda priva del piano di risanamento e di bloccare le azioni esecutive dei creditori fino al termine stabilito dal giudice per la presentazione del piano.

Tra aprile e giugno del 2013 sono state aperte più di 3.600 procedure fallimentari, in aumento del 10,7% rispetto al valore già elevato del 2012 e in misura massima rispetto all’ultimo decennio. Con questo dato, il numero di fallimenti dichiarati nella prima metà dell’anno ha superato abbondantemente quota 7 mila: si tratta di un nuovo record e di un valore del 12,3% superiore rispetto a quello dello scorso anno.

Diversamente dagli anni precedenti, in cui la crescita dei fallimenti riguardava quasi esclusivamente le società di capitali, nella prima parte del 2013 i default sono aumentati con tassi a due cifre in tutte le forme

giuridiche: +12,2% nel caso delle società di capitali, +12,4% per le società di persone e +13,1% tra le altre forme giuridiche.

Sono state presentate oltre 1.200 istanze nel secondo trimestre, che hanno portato a 2.500 il totale dei concordati con riserva della prima metà dell’anno. L’ampio utilizzo che le imprese italiane hanno fatto del concordato in bianco ha determinato una forte impennata anche dei concordati ‘tradizionali’ (comprensivi di un piano di risanamento) : nel primo semestre dell’anno se ne contano più di mille, cui corrisponde un aumento dell’87,5% rispetto alla prima parte del 2012. Complessivamente, contando anche le altre procedure non fallimentari (in calo del 26%) si contano più di 1.500 insolvenze diverse dai fallimenti nei primi

sei mesi dell’anno, il 31,1% in più rispetto alla prima metà del 2012.

Dal punto di vista geografico, il fenomeno è esploso nel Nord Est (+64%), è aumentato di oltre un quarto nel Nord Ovest (+25,7%) e nel Mezzogiorno (+27,5%), mentre l’incremento è risultato più contenuto nel Centro Italia (+15,8%).

In forte aumento (+76%) il numero di liquidazioni di scatole vuote, società di capitali che negli ultimi tre anni non hanno depositato alcun bilancio. Tra le imprese ‘vere’, le liquidazioni sono cresciute del 5,2% tra le società di capitali (in forte decelerazione rispetto all’anno precedente) e dell’1,4% tra le società di persone.

Se si considerano le società di capitali che hanno depositato almeno un bilancio valido nelle ultime tre annualità, le liquidazioni volontarie sono aumentate a ritmi maggiori nei servizi (+6,5%), rispetto a quanto osservato nelle costruzioni (+4,3%) e nell’industria  (+3%). In tutti i settori il fenomeno è risultato in crescita, ma a ritmi inferiori rispetto a quelli della prima metà del 2012.

Tra aprile e giugno si stima che abbiano avviato procedure di liquidazione volontaria circa 17 mila  aziende.

Dal punto di vista geografico, le liquidazioni volontarie sono cresciute a ritmi maggiori nel Mezzogiorno (+7,7%).

(Luciana Cipolla – l.cipolla@lascalaw.com)