Il gruppo Generali ha un nuovo direttore generale, Giulio Terzariol, che diventa anche deputy ceo continuando a occuparsi del business assicurativo del gruppo. Terzariol è entrato nella compagnia di Trieste a gennaio 2024 dopo aver passato 25 anni nel gruppo tedesco Allianz, di cui gli ultimi cinque nel delicato ruolo di Cfo. Sia lo sbarco del manager a Trieste quasi due anni fa sia la promozione a Dg sono stati fortemente voluti dal Ceo Philippe Donnet, che ha
spiegato così la decisione. «Per Generali il raggiungimento degli obiettivi del piano “Lifetime Partner 27: Driving Excellence” rappresenta la priorità assoluta e, di conseguenza, l’organizzazione del gruppo evolve in linea con questa ambizione. Nel suo nuovo ruolo, Giulio guiderà il business assicurativo e supervisionerà Banca Generali».
Dunque alla base di tutto ci sarebbe una riorganizzazione del gruppo ma questa motivazione non ha convinto del tutto alcuni consiglieri che nella riunione di ieri si sono astenuti: si tratta di Flavio Cattaneo, Marina Brogi, Fabrizio Palermo e Clemente Rebecchini. I primi tre sono stati eletti con la lista Caltagirone nell’aprile 2025, il quarto con la lista Mediobanca, di cui è un dirigente di spicco. Anche i consiglieri che si sono astenuti, però, hanno dichiarato durante la
riunione del cda che nutrono stima per le qualità professionali di Terzariol, dunque l’astensione non deriva dalla qualità della persona scelta. Negli anni scorsi la richiesta dell’inserimento di un direttore generale era arrivata da un socio
forte come Francesco Gaetano Caltagirone e era stata sempre rifiutata da Donnet. Si temeva, allora, in una fase di forte contrapposizione tra Mediobanca e gli altri azionisti di spicco, che la nomina di un dg avrebbe in qualche modo controbilanciato i poteri dell’ad, magari creando un clima di conflittualità in azienda.
Ora però Donnet ha cambiato idea, proprio all’indomani del rafforzamento di Caltagirone e Delfin che, oltre a essere azionisti diretti di Generali, attraverso Mps hanno conquistato Mediobanca, e per questa via anche un altro 13% che sposta l’ago della bilancia dei voti in assemblea a loro favore.
La mossa di Donnet si presta a diverse interpretazioni anche perché la riorganizzazione si limita a una supervisione su Banca Generali, che è una società quotata con un management indipendente, pur se soggetto a direzione e controllo di Generali.
Se si guarda in prospettiva l’introduzione del dg potrebbe essere interpretata come un ramoscello d’ulivo lanciato in direzione di Caltagirone e Delfin, prima che i nodi sulla governance vengano al pettine. Oppure un modo per preparare il terreno a una successione, anche se in caso di uscita di Donnet Terzariol sarà solo uno dei potenziali candidati a
sostituirlo. E poi, al momento, non sembra che Donnet abbia alcuna intenzione di fare passi indietro. Certo, bisognerà anche vedere come andrà a finire la partnership con Natixis, su cui il cda dovrà prendere una decisione nel cda di dicembre.
Una retromarcia su una partita su cui Donnet si è speso in prima persona potrebbe cambiare le carte in tavola anche se in passato è già successo che il cda bocciasse le proposte di Donnet.
13.11.2025
Generali sceglie Terzariol ma il consiglio resta spaccato
- La Repubblica