16.07.2025 Icon

Addestramento delle AI tra copyright e privacy

I giudici federali di San Francisco e il Tribunale Superiore di Colonia paiono favorire, seppur a ben determinate condizioni, l’addestramento delle AI, sia rispetto al diritto d’autore che rispetto al trattamento dei dati personali.

Ci eravamo già occupati di come, lo scorso 24 giugno, un giudice federale di San Francisco avesse affermato che Anthropic, produttore della piattaforma di AI Claude, ha diritto di utilizzare dei libri coperti da copyright – se legalmente acquistati e se a fini trasformativi – per addestrare il proprio sistema di intelligenza artificiale, secondo il principio del fair use.

E la pronuncia è sicuramente di impatto, atteso che la distinzione tra utilizzo lecito o illecito dei contenuti protetti sembra da ricondurre non all’avvenuta acquisizione o meno del consenso dei titolari dei diritti, ma alla circostanza per cui l’acquisto dei libri sia avvenuto o meno legalmente.

Ancora, il successivo 25 giugno, un altro giudice federale, sempre di San Francisco, ha deciso nello stesso senso una causa avviata da diversi autori contro Meta, precisando tuttavia che la soccombenza è stata in tal caso determinata dalla mancata dimostrazione in giudizio del danno economico effettivamente patito. 

Sul diverso piano della protezione dei dati, è rilevante la pronuncia con cui, il 23 maggio scorso, il Tribunale Superiore di Colonia ha respinto il ricorso d’urgenza con cui un’associazione di consumatori intendeva inibire a Meta l’utilizzo dei dati degli utenti di Facebook ed Instagram per l’addestramento dei propri modelli di intelligenza artificiale.

Ciò a fronte del previsto utilizzo delle sole informazioni già pubbliche e del fatto che agli utenti è stato garantito un diritto di opposizione prima dell’inizio dell’addestramento.

Certamente queste pronunce, che paiono mostrare una maggiore apertura, seppur a ben determinate condizioni, verso l’addestramento delle AI, aumentano in particolare la preoccupazione di autori, artisti ed altri creatori rispetto alla loro necessità di tutelarsi da un uso non autorizzato e difficilmente controllabile delle loro opere e rimarcano la grande complessità di questa tematica.

Autore Roberta Maria Pagani

Managing Associate

Milano

r.pagani@lascalaw.com

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