14.03.2011

Unicredit, arriva Mustier. Doppia voglia di ripartire

  • Il Corriere della Sera

di Stefano Righi

È arrivato a Milano all’inizio di marzo. Oggi sarà ufficialmente il suo primo giorno di lavoro. Per ora però si mostra poco. Jean Pierre Mustier si è fin qui limitato a studiare le mappe del suo nuovo universo di riferimento, il sempre complesso gruppo Unicredit, cercando di smarcarsi dall’ingombrante profilo di chi lo ha preceduto — Sergio Ermotti è già in Svizzera e pronto a saltare ai vertici di Ubs dal prossimo mese — e al contempo di chiarire alcuni punti controversi del suo recente passato. Ragazzo prodigio Nato cinquant’anni fa a Chamalieres, nella zona del Massiccio centrale, l’uomo a cui Unicredit affida, con il grado di vicedirettore generale, la responsabilità del settore Corporate and investment bank (Cib) — il più redditizio della galassia — è entrato a 26 anni in Société Générale, gruppo da cui è uscito solamente nell’agosto 2009. Dopo aver guadagnato molto e fatto guadagnare alla banca parigina svariati miliardi di euro con le attività di finanza, Mustier proprio alla finanza deve la sua uscita da SocGen. Il caso è noto e vede come soggetto attivo Jérôme Kerviel, un trader di SocGen che tra il 2007 e il 2008 è arrivato ad assumere posizioni di trading sui prodotti derivati per complessivi 49,9 miliardi di euro. La chiusura di queste posizioni, alla fine del gennaio 2008, è costata a SocGen quasi 5 miliardi di euro. Il successivo processo a Kerviel si è concluso con la sua condanna a 5 anni di carcere (2 con la condizionale) e a una multa pari al danno causato alla banca. Mustier di Kerviel era responsabile. Ma nessuno dei superiori di Kerviel è stato riconosciuto colpevole della frode dal tribunale, né è stato coinvolto dalla sentenza, tanto meno Mustier che, come capo del settore Cib della banca, pur non essendo il capo diretto del trader , aveva la responsabilità ultima della divisione. Certo, un’avventura di cui avrebbe fatto a meno. La multa Come l’altra, avvenuta all’epoca dell’euforia finanziaria che caratterizzava il 2007 e la prima parte del 2008. Una vicenda di insider trading che ha portato la Amf francese, l’autorità di vigilanza sulla Borsa, assimilabile all’italiana Consob, a multare nel giugno 2010 Jean Pierre Mustier proprio per insider trading . Una sanzione da 100 mila euro. L’accusa è di aver venduto azioni di Société Générale, nell’agosto del 2007, essendo a conoscenza di informazioni privilegiate. Mustier ha spiegato di aver venduto una parte del suo portafoglio titoli personale, inclusa una minima parte di azioni Société Générale, dopo aver letto di un significativo calo dei tassi dei Treasury bills americani. Una notizia pubblicata a fine agosto 2007 dal Financial Times e quindi di dominio pubblico. Mustier poi ha dimostrato di aver mantenuto in portafoglio la maggioranza dei suoi titoli SocGen, coerentemente con la sua carica di top manager del gruppo e ha ricorso in appello. Il Tribunale di Parigi, lo ha scagionato da ogni accusa e ha ritenuto di non dover procedere contro di lui in questa vicenda, che rimane quindi a livello di sanzione amministrativa. Le consulenze Da quando nel 2009 è uscito da SocGen, Mustier ha poi scoperto l’altro valore del denaro, impegnandosi per diverse Ong con finalità di promozione sociale. Ma in questi 18 mesi ha anche svolto attività di consulenza per alcune società finanziarie, fra cui la boutique francese Tikehau Capital Advisors, specializzata nella gestione di prodotti creditizi di diversa tipologia (legati ai prestiti bancari, immobiliari, crediti legati al private equity , finanziamenti alle pmi aggiuntivi ai prestiti bancari…) e con 575 milioni di euro di attivi. In Tikehau Capital Advisors Mustier ha anche preso una quota minoritaria, che ha venduto prima di venire nominato capo del Cib di Uni-Credit. Giunto a Milano, ha poi facilitato il contatto fra Tikehau e UniCredit in vista di una partnership che è ora in via di finalizzazione. Uni- Credit sta infatti operando una due diligence in vista della possibile acquisizione di una quota minoritaria (circa il 10 per cento) in Tikehau Capital Advisors, che potrebbe rappresentare un’opportunità di business giudicata «interessante» dalla stessa Unicredit. Da oggi però molto di questo è da considerarsi al passato. Mustier ha una seconda chance . Ed è una chance importante, in un gruppo che ha saputo unire un mosaico italiano e proiettarlo tra le banche più dinamiche d’Europa. Da lui molti si aspettano tanto. Lo ha fortemente voluto il presidente Dieter Rampl, lo ha benedetto il ceo Federico Ghizzoni, risponderà direttamente al direttore generale Roberto Nicastro. Avrà tutti gli occhi addosso. Ma è il prezzo che deve pagare per iniziare, da piazza Cordusio, una nuova storia. E non tutti hanno una seconda possibilità.