11.12.2018

Riparte la corsa alle regole su capitale e impieghi

  • Il Sole 24 Ore

La road map regolamentare è tracciata. E, va detto, sembra oramai un processo senza fine. Dopo che nei giorni scorsi il “pacchetto bancario” è stato approvato dal Trilogo Ue e dall’Ecofin, l’attenzione degli operatori è già rivolta alle prossime tappe. Si parte già oggi con la discussione della nuova normativa relativa alla svalutazione dei crediti deteriorati: a confrontarsi saranno il Parlamento e il Consiglio Ue, che dovranno trovare un punto di mediazione. Se tutto filerà liscio, i crediti deteriorati non garantiti dovranno essere svalutati al 100% dopo tre anni, quelli garantiti da immobili dopo nove anni e quelli coperti da garanzie finanziarie dopo sette. Resta da capire la curva con cui questi accantonamenti saranno resi obbligatori: il Parlamento spinge per un approccio più morbido nei primi anni, il Consiglio è più rigido.
Si vedrà. Certo è che le nuove misure sugli accantonamenti si affiancano a un denso pacchetto di novità che genera “sconti” patrimoniali alle banche e incentiva i crediti a Pmi e famiglie (dall’Sme supporting factor ai finanziamenti garantiti dalla cessione del quinto, dagli incentivi per gli investimenti in software alla proroga dal Danish compromise): si tratta di regole che dovranno essere consolidate nei testi di riferimento, ovvero la Regolamentazione e la Direttiva sui requisiti di capitale (che prenderà il nome di Crr2 e Crd5) e la Direttiva sulla Risoluzione delle Banche (Brrd). Per vedere definitivamente la luce, e conoscere tutte le tecnicalità, bisognerà aspettare ancora qualche mese: il pacchetto bancario dovrà infatti essere approvato dal Parlamento europeo in seduta plenaria probabilmente tra febbraio e marzo ed essere quindi pubblicato in gazzetta ufficiale, presumibilmente ad aprile o maggio.
D’altra parte, l’impianto delle regole è oramai definito. Lo stesso presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, commentando ieri le novità con il presidente della commissione Econ Roberto Gualtieri, ha ricordato che «a fronte delle complessità che abbiamo per lo spread, che si è stabilizzato da troppo tempo attorno a quota 300 e mette in difficoltà tutta l’economia queste misure sono una compensazione almeno parziale di questo gravame». In particolare, ha spiegato, perché «meno assorbimento» patrimoniale per tutta una serie di asset «significa volgarmente un aumento gratuito di capitale».
Va detto che tutte queste novità – oramai definite dopo due anni di lunghe trattative a livello europeo – si inquadrano in una cornice che è in continua ridefinizione: all’orizzonte si profila infatti già il recepimento della nuova Basilea 3.5, il cui processo inizierà proprio nel 2019, e che darà il via, di fatto, alle nuove Crr3 e Crd6. In quella sede non è escluso che si inizi a fare una riflessione anche sul tema dello shadow banking per limitarne gli eccessi rispetto alle banche tradizionali, soggette alla Vigilanza.

Luca Davi